
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri conferma l’autonomia dello scalo.
Il Comitato viene sostituito da un ristretto board con governatore e sindaco.
Trieste è una delle quindici nuove Autorità di sistema portuale d’Italia che sostituiscono le 24 Authority attuali. Il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle Autorità portuali” presentato dal ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia che si inserisce nelle azioni del ministro di Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio per il rilancio della portualità e della logistica e che è stato approvato l’altra notte dal Consiglio dei ministri, non ha riservato sorprese.
Così come era ultimamente emerso a più riprese, nell’Adriatico centro-settentrionale tutte le ex Authority hanno mantenuto la propria autonomia: oltre a
Trieste (che si connota come il porto italiano che ha la maggior quota di traffico estero per estero) anche Venezia, Ravenna e Ancona. Una prima bozza, ben
presto sparita, le dava addirittura tutte e quattro accorpate.
Questo l’elenco delle quindici nuove Authority. 1) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale: Genova (più Savona e Vado Ligure); 2) Autorità
di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale: La Spezia (più Marina di Carrara); 3) Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale: Livorno (più Piombino,
Portoferraio, Rio Marina); 4) Autorità di SistemaMar Tirreno Centro-Settentrionale: Civitavecchia (più Fiumicino e Gaeta); 5) Autorità di Sistema Portuale
del Mar Tirreno Centrale: Napoli (più Salerno e Castellamare di Stabia); 6) Autorità di Sistema Portuale dello Stretto: Gioia Tauro (più Crotone, Corigliano
Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo, Tremestieri); 7) Autorità di Sistema Portuale del Mare Di Sardegna: Cagliari (più Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme, Santa Teresa di Gallura); 8) Autorità di Sistema del Mare di Sicilia Occidentale: Palermo (più Termini Imerese, Porto Empedocle, Trapani); 9) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale: Catania (più Augusta 10); Autorità di Sistema del Mare Adriatico Meridionale: Bari (più Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli); 11) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio: Taranto; 12) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale: Ancona (più Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Ortona);
13) Autorità di Sistema Mare Adriatico Centro-Settentrionale: Ravenna; 14) Autorità di Sistema del Mare Adriatico Settentrionale: Venezia (più Chioggia); 15) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale: Trieste. Spariscono anche i Comitati portuali, compreso quello di Trieste che conta ben 22 membri
e che a febbraio dovrebbe tenere la sua ultima seduta. L’Autorità di sistema portuale sarà governata dal presidente, il Comitato di gestione cioé un board
ristretto a poche persone, il segretario generale, il Collegio dei revisori dei conti. Del board di Trieste dovrebbero far parte oltre al presidente, un componente designato dalla Regione, uno designato dal sindaco di Trieste e un rappresentante dell’Autorità marittima (la Capitaneria di porto) con voto solo
sulle questioni di competenza. Quanto alla nomina del presidente, sparisce il farraginoso sistema delle terne e verrà semplicemente nominato dal ministro di Infrastrutture e trasporti d’intesa con il presidente della Regione. Prevista infine l’istituzione di un Tavolo di partenariato della Risorsa mare (dove dovrebbero essere presenti i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori) ma con funzioni puramente consultive. Per garantire la coerenza con la strategia
nazionale viene istituito al Ministero il Tavolo nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema. Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi,
svolti da 23 soggetti, funzioneranno lo Sportello unico doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane, e lo Sportello amministrativo unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali.
Fonte: Il Piccolo (Trieste) 22/01/2016