Il protocollo d’Intesa tra RFI, port authority e Regione FVG per il potenziamento dello scalo di Campo Marzio

Annunciato poche settimane dal Commissario della neonata AdSp del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino (nel frattempo diventatone a tutti gli effetti Presidente) durante il Forum annuale di Conftrasporto, l’accordo per il potenziamento dello scalo di Campo Marzio di Trieste è stato siglato oggi a Roma.
Firmatari ne sono, oltre alla stessa AdSP, la Regione Friuli Venezia Giulia con la presidente Debora Serracchiani e RFI, con l’AD e direttore generale Maurizio Gentile.
L’iniziativa prevede un investimento complessivo di 70 milioni di euro, 50 dei quali saranno stanziati da RFI (i restanti 20 sono a carico dell’authority).
Nel dettaglio il Protocollo d’Intesa, che si propone di “migliorare i collegamenti ferroviari da e per il porto di Trieste; aumentare la quota del traffico merci su nave e ferro; garantire un autentico trasporto cargo intermodale e sostenibile da e verso i mercati del resto d’Europa e del Mar Mediterraneo”, coinvolge il nuovo Piano Regolatore dell’area di Trieste Campo Marzio e la connessione con le aree portuali del Punto Franco Nuovo destinate alle attività commerciali.
Gli interventi, una volta implementati, consentiranno di movimentare treni da ogni molo, garantiranno una connessione diretta del Molo VII alla stazione, la completa automazione della stessa stazione di smistamento, e permetteranno inoltre di comporre treni più lunghi grazie a binari di 750 metri.
In base all’accordo, RFI progetterà e realizzerà gli interventi per migliorare i collegamenti tra il porto e la rete nazionale mentre, parallelamente, l’AdSP si occuperà dell’adeguamento degli impianti ferroviari situati all’interno dello scalo. Alla Regione toccherà invece il compito di supervisionare e controllare le attività previste.
Una volta ultimati, spiega RFI nella sua nota, gli interventi permetteranno alle merci in transito a Trieste di ‘intercettare’ due dei quattro Core Corridor TEN-T che attraversano l’Italia, ovvero quello Mediterraneo, che viaggia dalla Penisola iberica all’Europa dell’Est, e il Baltico – Adriatico, che si dirige verso l’Austria e il Nord Europa e allo scalo giuliano di fare un balzo in avanti dal punto di vista delle movimentazioni ferroviarie, che comunque già si avviano verso un 2016 da record.
Come già annunciato, lo scalo giuliano si appresta infatti a chiudere l’anno con circa 7.000 treni realizzati, suo primato storico (nel 2014 erano 4.972, mentre già lo scorso anno il totale era cresciuto a 5.604, +12,71%). Solo nel primo semestre 2016, peraltro, il numero di treni è stato di 3.773, mentre nei mesi tra gennaio e agosto i convogli sono stati 4.831 convogli, con una crescita del 27,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Fonte: ship2shore

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