Le potenzialità del porto e della logistica ricordate al convegno sulla “Via della seta” del XXI secolo
Hong Kong e la Cina chiamano Trieste e i suoi operatori, marittimi e logistici, per inserirsi nel gigantesco progetto denominato Via della seta, che coinvolge 63 paesi dell’Asia, dell’Europa e dell’Africa, e nel quale la Cina ha già investito 120 miliardi di dollari.
«Nei Balcani i cinesi hanno già acquistato alcune infrastrutture», ha sottolineato Fabrizio Zerbini, presidente del Propeller Club, aprendo il convegno “Hong Kong e il porto di Trieste sulla Via della seta del XXI secolo”, organizzato assieme all’Autorità di sistema portuale (Adsp) dell’Adriatico orientale al Magazzino 26 del Porto vecchio.
«Altre opere sono state acquisite o progettate – ha rimarcato Zerbini – e si prevedono decine di miliardi di investimenti. Sono opportunità da non perdere, dati gli interessanti risvolti logistici, non solo per il nostro territorio».
E proprio in tema di logistica, uno dei cardini del grande progetto, Trieste non si fa cogliere impreparata. «Un anno e mezzo – ha affermato Zeno D’Agostino,
presidente dell’Adsp – un convegno così non avremmo potuto organizzarlo. Oggi invece facciamo marketing perché prima abbiamo sviluppato la logistica».
D’Agostino ha poi rilevato come il porto occupi il 14° posto fra i primi venti scali europei, precedendo Genova di due posizioni.
Nell’ultimo anno e mezzo Trieste ha sviluppato numerosi nuovi collegamenti su ferro. Treni giornalieri lasciano lo scalo per le destinazioni di una vasta area
che va da Budapest al Lussemburgo. E quindi «se un giorno Trieste sarà terminale marittimo della Via della seta – ha sostenuto il presidente – potrà costituire
punto d’arrivo per le merci destinate al cuore dell’Europa». Ma se a lavorare intensamente per il progetto “Via delle seta” è il governo cinese, qual è il ruolo di Hong Kong? A chiarirlo è stata Alice Choi, rappresentante dell’Hong Kong Economic and Trade Office. «Hong Kong – ha spiegato – è l’elemento di connessione tra la Cina e il mondo, con il suo porto, le importanti società finanziarie e i servizi per commerci e industrie». Hong Kong, ottava economia del mondo, ha poi alle spalle la Cina ed è vicina a una delle regioni più produttive dell’enorme paese asiatico.
Ma anche la Cina incontra le difficoltà economiche di tanti altri paesi, e la sua economia non è più trainata dall’export ma dai consumi interni. A precisarlo è stato Riccardo Fuochi, vicepresidente dell’associazione Italia Hong Kong e al vertice del Propeller Club di Milano. «Nel 2013 – ha spiegato – la Cina ha quindi varato un grande piano per stimolare lo sviluppo dei commerci fra Asia ed Europa. Nei primi anni ’80 – ha ricordato – Trieste era l’unico porto italiano noto in Cina. Poi qualcosa non ha funzionato. Ma Trieste è nella posizione ottimale per la logistica delle merci asiatiche dirette in Europa.Non dobbiamo aspettare che si muovano altri paesi – è stato il suo invito -. Lavoriamo per promuovere Trieste come centro logistico e di lavorazione delle merci in arrivo via mare».
Fonte: Il Piccolo (Trieste)